La consacrazione dei paesaggi costieri campani, sospesi fra mare e cielo, da parte di letterati e viaggiatori fa ben comprendere l’importanza del genius loci. Quel cielo blu, quel clima mite e il sole perenne colpiscono soprattutto gli inglesi, a cominciare da sir William Hamilton, ambasciatore e marito di quella Emma che avrebbe sedotto l’ammiraglio Nelson.

In questa terra promessa sorgono i giardini a picco sul mare di Villa Rufolo dello scozzese sir Francis Read, che ispirano Wagner per la scenografia del II atto del “Parsifal”; la vicina villa Cimbrone, più tarda e opera di un altro scozzese, sir Ernest William Beckett, dove dal “belvedere dell’Infinito” mare e cielo si fondono in un mondo senza orizzonti; ma anche la Villa Tritone dell’ambasciatore inglese  William Walford Astor a Sorrento con i suoi giardini terrazzati che digradano verso il mare. Il nome di una strada da Amalfi a Vietri, la “Amalfi Drive” aperta nel 1853, dà il senso di questa simbiosi fra mondo inglese e mediterraneità.

Al fascino della costiera sorrentina e amalfitana sembrano fare eco anche le isole come Capri, le cui ville imperiali precorrono quelle che a partire dal tardo Ottocento sorgono nei punti più pittoreschi dell’isola, come la Villa San Michele sullo scoglio delle Sirene, del medico svedese Axel Munthe dove ci si sente a un passo dal paradiso; o sull’isola di Ischia i giardini della Mortella del compositore inglese William Walton, attraversati da sentieri che offrono sempre nuove visuali verso il mare.

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