La civiltà delle ville venete
Le oltre 4000 ville venete, costruite nell’arco di quattro secoli, hanno dato forma a un paesaggio in cui dimensione estetica e governo del territorio raggiungono una compiuta armonia.
È stato scritto che le ville venete, per le ragioni che sono alla base della loro fioritura, per il lunghissimo arco di tempo durante il quale sono state realizzate e utilizzate, per lo scopo specifico per cui sono state concepite, per l’incredibile quantità dei complessi costruiti e per la loro capillare distribuzione, oltre che per le eccezionali qualità architettoniche e artistiche costituiscono un fenomeno senza eguali nella storia della civiltà occidentale. Non si è infatti trattato di un episodio sporadico, bensì di un progetto politico che ha favorito lo sviluppo di quella che è stata definita la “civiltà delle ville venete” contribuendo a una nuova immagine della Serenissima e alla nascita del mito di Venezia come “Repubblica ideale” e “nuova Roma”; un vero e proprio “sistema” che diviene “paesaggio di ville”, dove a contare non è il valore del singolo manufatto ma la sua appartenenza a una “civiltà corale”.
C’è una data precisa che modifica gli assetti territoriali della regione: nel 1509 la battaglia di Agnadello segna la sconfitta della Repubblica di Venezia ad opera delle forze della Lega di Cambrai. È a questo punto che il Senato decide di intervenire in prima persona nella riconquista della terraferma, incentivando gli investimenti fondiari, gli interventi sul territorio, deviando fiumi, rettificando l’antica rete di canali e costruendone di nuovi, bonificando estese terre paludose. È all’interno di questo contesto territoriale dotato di nuove infrastrutture, o di preesistenti strutture riadattate, che si inseriscono armoniosamente le ville secondo precisi criteri funzionali ed estetici.
Se da un lato la terraferma si trasforma per accogliere le ville, dall’altro le ville trasformano il paesaggio. Come scrive Giuseppe Mazzotti, “esse non sono soltanto ambientate nel paesaggio, sono parte di esso”.
Il paesaggio veneto è un paesaggio complesso non solo per la morfologia del territorio (dalle catene montuose alle fasce collinari, alle pianure, alle zone lagunari) ma perché si sovrappongono più paesaggi, ognuno dei quali racconta una propria storia. Nel Veneto le ville – termine che si riferisce a un’intera proprietà fondiaria comprendendo oltre la residenza padronale gli edifici rustici e gli spazi aperti – hanno avuto (e hanno tuttora) un ruolo strutturante lasciando sul terreno segni importanti leggibili anche nel paesaggio contemporaneo. Al di là dell’edificio padronale, del giardino, del brolo, dei rustici, anche le strade, i portali, i canali completano il quadro dei significati e delle funzioni che la villa possedeva: elementi semplici ma pur sempre importanti e relazionati fra di loro. Con il tempo alcune strutture funzionali si allontaneranno dalla residenza cedendo il posto a manufatti più nobili: le aiuole coltivate a fiori, le cedraie e le limonaie e, soprattutto nel ‘700, le statue (delle botteghe dei Bonazza e dei Marinali), le peschiere, le grotte, i belvedere.
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