“Luogo davvero divino”; così il principe di Metternich sintetizza il carattere di una delle più importanti ville della Lucchesia il cui giardino è il risultato di interventi attuati in tre epoche diverse: il giardino barocco, il parco romantico e il giardino Decò degli anni Venti del Novecento.
Il giardino che si sviluppa attorno alla villa già dei Buonvisi e alla palazzina detta dell’Orologio assume nella seconda metà del Seicento una nuova facies barocca. I punti di forza sono costituiti dalla grotta-teatro di pietre e concrezioni calcaree con antistante vasca semicircolare che chiude lo spazio retrostante il palazzo; dalla peschiera, un invaso rettangolare circoscritto da alte siepi di bosso e di tassi concluso dal ninfeo di Leda, introdotto dalle figure dell’Arno e del Serchio; dal giardino dei limoni, che ospita oltre 200 piante di agrumi in vaso; dal famoso teatro di verzura con le tre statue in terracotta di Colombina, Pantalone e Balanzone, omaggio alla Commedia dell’Arte.
Agli inizi dell’Ottocento, con l’acquisto e l’ampliamento della proprietà ad opera di Elisa Baciocchi – principessa di Lucca e Piombino, nonché sorella di Napoleone – la villa, che include anche la villa del Vescovo, acquista una severa veste neoclassica e gli elementi di pregio del giardino seicentesco sono inseriti in un vasto parco all’inglese. L’alternarsi di prati irregolari, di aperture e chiusure crea una scena variata che si conclude nel lago inferiore circondato da esemplari secolari di Liriodendron tulipifera, l’albero dei tulipani. Ulteriori modifiche risalgono agli anni Venti del Novecento, quando il paesaggista francese Jacques Gréber realizza per la famiglia Pecci Blunt un giardino Decò, ultimo prezioso tassello che aumenta le sensazioni di meraviglia offerte dal luogo: dalla maestosità del parco romantico si passa infatti alla raffinata dimensione di un giardino d’acqua d’ispirazione islamica basato su sofisticati accordi di colore, dal viola delle bougainvillee all’oro dei mosaici delle canalette.