È il primo giardino all’inglese del Veneto, che contribuisce alla diffusione nella regione del gusto paesaggistico. Denso di rimandi iniziatici, è frutto di ripetuti interventi dell’architetto veneziano Giuseppe Jappelli che, col committente Antonio Vigodarzere, esponente della borghesia illuminata veneta, condivide idee progressiste e massoniche.

Nel 1816 Antonio Vigodarzere incarica Giuseppe Jappelli di trasformare gran parte della sua tenuta di Saonara in un giardino paesaggistico. Jappelli, che concepisce l’idea di creare un giardino in grado di trasportare il visitatore in un fantastico mondo medioevale, continuerà a più riprese i suoi interventi, anche quando Andrea Cittadella eredita la proprietà alla morte dello zio. Il grande parco è strutturato in due aree distinte che creano una serie di vedute contrastanti. Si entra dal settore sud, impostato sul grande prato ellittico antistante la villa, dove prevale un senso di luminosità. Da questo chiarore si passa nella parte a nord attraverso una stretta e buia galleria a rocaille da cui si raggiunge il lago, dopo aver superato aspre collinette dense di vegetazione, segnate da brevi ruscelli che si attraversano su piccoli ponti. Da qui i sentieri si fanno tortuosi e la vegetazione più scura, con l’uso di piante funebri come tassi e cipressi, per preparare emotivamente al fulcro dell’ispirazione massonica del giardino: la grotta-cappella dei cavalieri Templari. Jappelli la concepisce articolata in tre ambienti, un tempo ricchi di armi, statue e lastre tombali, in sintonia con i riti iniziatici. Dopo avere superato il misterioso sepolcreto e la “Sala del Giuramento” si giungeva alla grotta dove, di fronte all’imponente scultura di Bafometto, divinità protettrice dei Templari, aveva luogo il battesimo dell’acqua e del fuoco, ultima tappa dell’iniziazione. Passato per eredità ai Valmarana, nonostante le modifiche e i danni bellici subìti, in particolare dalla grotta in parte crollata, il giardino è ancora una viva testimonianza della genialità del suo creatore.

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