A Nervi, nelle ville Gropallo, Serra, Grimaldi, i giardini di agrumi che si estendono sino alla scogliera, menzionati nel primo trattato europeo sugli agrumi di Giovanni Battista Ferrari del 1646, sono trasformati nell’Ottocento in parchi romantici ricchi di vegetazione esotica. Nel Golfo del Tigullio, poi, i giardini settecenteschi dei nobili genovesi si strutturano in spazi terrazzati e pergolati; a Sestri Levante, i giardini delle ville “rurali” si distinguono per la presenza di cappelle gentilizie.
Il Golfo di Lerici, tra Ottocento e primi del Novecento, meta del Grand Tour, è scelto dagli inglesi come località di villeggiatura; si trasformano gli edifici in ville eclettiche e i terreni agricoli in giardini influenzati dai modelli della madrepatria. Nello stesso periodo, si diffonde tra la borghesia genovese la consuetudine della villeggiatura nell’Appennino. Le ville adottano i caratteri dell’architettura svizzera, bavarese, eclettica, liberty; nei giardini sono presenti campi da tennis, bocce, ghiacciaie, voliere, pergolati; allespecie autoctone si affiancano conifere nordamericane, in composizioni paesaggistiche ispirate ai giardini inglesi
. A Chiavari, gli emigrati, al ritorno dal Sud America, sono protagonisti dell’espansione urbana della città: tra ville e giardini con elaborate pavimentazioni e piante esotiche, si distingue il giardino di palazzo Costaguta, trasformato da Giuseppe Rocca in un parco botanico. Tra Santa Margherita e Portofino, Pietro Porcinai realizza nel dopoguerra giardini in cui i terrazzamenti tradizionali sono riorganizzati con l’inserimento di piscine, elementi di arredo e nuove pavimentazioni.