Il giardino, realizzato nelle forme attuali tra XIX e XX secolo, deve la sua bellezza alla compresenza di un impianto formale e di una zona boschiva e allo splendido affaccio sul Golfo del Tigullio.
La villa, a pianta quadrata, che riprende la tipologia delle ville cinquecentesche dell’architetto Galeazzo Alessi, passa nel 1664 dalla famiglia Chiavari ai Durazzo che la ristrutturano in maniera radicale a partire dal 1678. Nel 1821 ne divengono proprietari i Centurione che apportano al complesso diverse modifiche, eliminando il bosco di castagni e trasformandolo in un parco “romantico”, arricchendo le terrazze con busti marmorei di illustri genovesi e introducendo specie particolari quali canfore, magnolie e palme; a ridare un nuovo disegno all’intero complesso è Giovanni Franceschetti, al quale si deve anche il rivestimento della terrazza che guarda sul mare con preziosi mosaici floreali e ad arabesco. Nel 1892, in occasione delle “Celebrazioni Colombiane”, la villa diventa albergo ospitando personalità dell’aristocrazia internazionale, tra cui la regina Margherita di Savoia. Nel 1919 la proprietà è acquisita da Alfredo Chierichetti; sono realizzate in questo periodo le maggiori trasformazioni del parco e il bosco si arricchisce di nuove specie esotiche e di nuovi percorsi. Nel 1973 la villa è acquistata dal Comune di Santa Margherita che l’ha aperta al pubblico.
L’agrumeto, sul terrazzamento antistante il mare è il nucleo più antico; del XIX secolo è il giardino formale, articolato in parterres geometrici bordati da siepi in bosso con all’interno gruppi di rose, camelie ed esemplari di Cycas revoluta; al XIX-XX secolo risale la sistemazione del bosco, degradante lungo il pendìo della collina. Recente è il ripristino del piccolo “giardino segreto” dei principi Centurione, incastonato nel verde. Una serie di percorsi connette la villa al convento dei Cappuccini, alla chiesa di San Giacomo e ai borghi circostanti, configurandola come perno di un articolato sistema territoriale.