L’antico orto dei monaci è oggi uno straordinario giardino all’italiana incastonato in uno scenario d’eccezione: l’articolazione su due livelli, sapientemente orchestrata, moltiplica gli scorci sul Golfo del Tigullio in un’alternanza di terrazze-belvedere, pergolati traboccanti di fiori e spazi dal carattere più intimo.

Il complesso abbaziale, eretto a partire dal 1361 dal benedettino Ottone Lanfranco, conobbe il momento di maggior splendore tra Quattro e Cinquecento. Con la soppressione degli ordini monastici, decretata in epoca napoleonica, cadde in abbandono per poi essere annesso nel 1859 alla Diocesi di Chiavari. Affidato prima ai Somaschi e poi ai Certosini, dal 1937 è residenza privata e nel 1990 è stato intrapreso un accurato restauro. Il giardino si articola in vari settori che sfruttano i dislivelli del terreno. Il giardino “monastico” occupa il chiostro cinquecentesco; il “giardino delle gardenie” è circondato da un pergolato con al centro la Fontana del Delfino; il terrazzo-belvedere, pavimentato con lastre di ardesia e il “giardino dei mandarini” occupano lo spazio adiacente all’edificio. Ad un livello più basso è il giardino all’italiana, racchiuso da un pergolato di vite con pavimentazione in acciottolato a motivi geometrici; ha forma quadrangolare con al centro un bacino d’acqua ottagonale ornato da un putto del XVII secolo, ed è diviso in compartimenti rettangolari e a losanga delimitati da spettacolari bossi sagomati. Un ninfeo con mascherone di marmo è inserito tra le scale di accesso alla terrazza superiore; i muri sono interamente ricoperti di Ficus pumila. Il “giardino Portofino” a sud si affaccia sulle insenature di Paraggi e Portofino mentre il “giardino dei Semplici” e il terrazzo nel bosco si sviluppano sui terrazzamenti a monte.

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