Il maestoso giardino barocco è ciò che sopravvive del grande complesso settecentesco voluto dai principi Galletti di San Cataldo, alle cui geometrie si uniscono peculiarità proprie delle ville siciliane, come i cunicoli “ngruttati” o la “Stanza dello Scirocco”.

Della struttura originaria della villa, costruita alla metà del Settecento, non restano che la cappella e l’ampio giardino “all’italiana”, il cui progetto è stato attribuito a vari artefici (G.B. Vaccarini, G. Del Frago, N. Palma): l’edificio, intorno al 1860, è stato infatti ristrutturato in stile neogotico. Dopo esser stato ceduto in locazione nel 1905 alla Compagnia di Gesù, nel 1998 il complesso – ad eccezione dell’ala sud del palazzo – è stato acquistato dalla Provincia di Palermo che lo ha reso pubblico. Il giardino ha forma rettangolare ed è racchiuso da una recinzione in pietra d’Aspra che alle testate dei viali si slarga a formare delle esedre. La rigorosa prospettiva si avvale di scenografici fondali di gusto tardobarocco: i percorsi ortogonali formano otto quadranti, tagliati al loro interno da diagonali che confluiscono negli slarghi posti a capo dei percorsi principali. Un tempo ricco di piante esotiche, fu trasformato dai Gesuiti in giardino produttivo coltivato ad agrumi. Se scarsa è la presenza di piante ornamentali, ricco è invece l’arredo costituito da fontane, statue, pinnacoli e vasi fiammeggianti, sedili in tufo decorati con motivi zoomorfi e, agli angoli orientali, due piccoli caffeaus di gusto rococò risalenti alla seconda metà del Settecento.

In evidenza