Nello straordinario paesaggio della Val d’Orcia, segnato dalle profonde erosioni delle crete e dall’iconico sinuoso viale di cipressi, questo straordinario giardino, realizzato da Cecil Pinsent per i coniugi Origo, rappresenta un’imprevedibile oasi di serenità e riposo.

La Val d’Orcia era selvaggia e inospitale quando, negli anni Venti del secolo scorso, vi si trasferisce il marchese Antonio Origo con la moglie anglo-americana Iris Cutting, che aveva vissuto con la madre Sybil nella Villa Medici di Fiesole. In breve una tenuta desolata con un edificio da tempo abbandonato vengono trasformati in un luogo d’incanto. Antonio si dedica alla tenuta, ripopolata e di nuovo produttiva e, attorno all’edificio ampliato e restaurato, Iris progetta con Cecil Pinsent, sensibile e colto architetto paesaggista inglese, un giardino ispirato alla tradizione rinascimentale toscana, realizzato in più fasi fino al 1939. Un primo giardino formale davanti all’abitazione, con una fontana e una grotta verde nascosta da una cupola di alloro, era già presente nel 1927. Ad esso si aggiunse il Giardino dei limoni, con un impianto geometrico nel quale prevalgono le sfere di bosso.
A un livello inferiore, collegato da uno scalone in travertino di Rapolano, al di sotto del quale è ricavata una grotta, si estende il monumentale giardino geometrico con grandi siepi di bosso, chiuso da alte pareti di cipressi, che si conclude con una vasca e una statua veneta seicentesca rappresentante la prosperità. Apposite aperture nella “parete” di cipressi lasciano intravedere il paesaggio circostante. Un lungo pergolato di glicine nel settore a monte, un giardino di rose con bordi di lavande ed erbacee perenni, tra le quali risaltano i cuscinetti di aubretia e alyssum, introducono note di colore tra le verdi geometrie. Seguendo il pergolato di glicine, da un punto particolarmente panoramico si ammira la Val d’Orcia.

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