Il “Real Parco della Favorita”, così chiamato in ricordo dell’omonima villa di Ercolano, fu realizzato per ordine di Ferdinando IV di Borbone tra il 1799 e il 1801, durante il suo allontanamento da Napoli impostogli dalla Rivoluzione Partenopea. Nato come riserva di caccia e di delizia, conserva ancora elementi del suo fastoso passato e, con i suoi 400 ettari, si può definire il “polmone verde” di Palermo.

Il parco, realizzato in stile francese su progetto dell’architetto palermitano Giuseppe Venanzio Marvuglia, era abbellito da lunghi viali alberati che delimitavano boschetti e radure, con esedre, sedili e fontane, e raggiunse i suoi fulgori nel corso dell’Ottocento. Entro il primo decennio di quel secolo Marvuglia realizzò, ampliando un precedente edificio di stile orientale, la “Casina Cinese”, che sarà adibita ad abitazione reale. Fino alla fine del secolo il complesso conservava la sua bellezza originaria, fatta, come recitava una guida pubblicata nel 1882, di “viali superbi… boschetti ombrosi… immense praterie tutte verdi e fiorite”. Nel 1877 passò al Demanio statale e nel 1935 fu trasferito al Comune di Palermo. Oggi fa parte della Riserva Naturale “Monte Pellegrino” e al suo interno insistono l’ippodromo, lo stadio e altre strutture sportive. I viali principali, intitolati a figure mitologiche, sono oggi ridotti a strade di attraversamento veloce. Restano ancora i giardini della “Casina Cinese”, con una zona originariamente sistemata a giardino all’inglese, con viali irregolari, laghetto e boschetti, e un giardino formale con “flora all’italiana” disegnato da Giuseppe Patricolo, parterres geometrici e fontane. Patricolo progettò anche i “torriglioni” di caccia neogotici e il magazzino in stile romano per la macerazione del sommacco siciliano, utilizzato per la concia delle pelli, oggi detto “Casa Natura”.

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Il giardino paesaggistico, oltre che un succedersi di quadri, è una vetrina di curiosità, un’enciclopedia en plein air.

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