Affascinato dalle riflessioni di Jorge Luis Borges, nel 2015 l’editore Franco Maria Ricci ha inaugurato nella campagna tra Parma e Fidenza il più grande labirinto esistente al mondo, otto ettari di estensione in cui si snodano tre chilometri di meandri realizzati con siepi di bambù.

“Sognai per la prima volta di costruire un Labirinto circa trent’anni fa, nel periodo in cui, a più riprese, ebbi ospite, nella mia casa di campagna vicino a Parma, un amico, oltreché collaboratore importantissimo della casa editrice che avevo fondato: lo scrittore argentino Jorge Luis Borges”. Così Franco Maria Ricci, proprietario della tenuta della Masone vicino Fontanellato, ricordava la genesi della sua creazione: il grande labirinto dal perimetro stellare, composto da 200.000 piante di bambù appartenenti a specie diverse, alte tra i 30 centimetri e i 15 metri, immerso in un paesaggio a vocazione prettamente agricola. Nel disegno planimetrico, dalla classica forma a quattro campi interconnessi intorno a un quadrato centrale con bivi e biforcazioni, sono evidenti le fonti di ispirazione: la forma stellare a otto punte (ridotte a sette per l’inserimento dell’edificio del Museo sul lato ovest) richiama la città ideale di Sforzinda, descritta dal Filarete nel suo Trattato di Architettura (1464 ca.) e l’impianto a nove punte della città-fortezza di Palmanova, in Friuli, pianificata dai Veneziani nel 1593. Al labirinto si aggiungono architetture espositive e di servizio progettate dal parmense Pier Carlo Bontempi.

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