Il paesaggio del Chianti risulta da una sintesi armoniosa di geologia, geomorfologia, agricoltura, boschi e architettura, colori e forme uniche e con una fortissima identità. Anche se la struttura paesaggistica originaria si è in gran parte conservata, è comunque scomparsa la struttura organizzativa del paesaggio agricolo basata sulla mezzadria e su campi di grande dimensione; vigneti di recente impianto hanno sostituito i muri a secco, gli antichi ciglionamenti, i terrazzamenti e i campi stretti della coltura promiscua. Oggi il paesaggio del Chianti è dominato dalla coltura specializzata della vite; tuttavia, per il permanere delle coltivazioni di ulivi e per la presenza di grandi boschi di querce e lecci, può essere avvicinato al tipico paesaggio promiscuo toscano. Ogni traccia di possibile monotonia è cancellata dall’alternanza dei modi di coltivazione della vite (a filari, alla francese, ad alberello).
È l’immagine ormai divenuta iconica di una terra magistralmente costruita dall’uomo, dove l’architettura dal Medioevo, attraverso almeno sette secoli di vita, ha dato luogo – insieme alla natura, alle condizioni geomorfologiche e climatiche – a una straordinaria successione di quadri ambientali nei quali hanno un ruolo dominante le architetture dei borghi medievali, dei castelli, delle ville e delle case rurali, unitamente al paesaggio dei terrazzamenti in pietra a secco che, anche se in gran parte demoliti, costituiscono ancora un’apprezzabile caratteristica.