Mito sacro e mito profano configurano in questa villa del Senese gli opposti termini di un dialogo che si esprime in continuità con il paesaggio. Un mirabile scenario alla cui realizzazione concorre un cardinale, nipote del pontefice Alessandro VII.

La villa ha un primo committente nel cardinale Flavio Chigi, della ricca e potente famiglia di banchieri di origine senese, e un secondo committente in Bonaventura Chigi Zondadari (1652-1719), nipote del cardinale e promotore di un diffuso movimento ascetico nel Senese. Dei lavori, che durarono dal 1676 al 1716, viene incaricato l’architetto Carlo Fontana, allievo di Gian Lorenzo Bernini.
All’estremità di un lungo asse di cipressi che attraversa l’edificio, si fronteggiano i simboli della Virtù sacra e di quella profana: da un lato la statua di Ercole, eroe del Bene e simbolo pagano della Virtù, dall’altro il Romitorio con la Croce di Cristo che campeggia sul fronte del Romitorio, dal quale è possibile ammirare l’intero complesso, inserito in un paesaggio tuttora ben conservato.
Al tracciato rettilineo si aggiunge, all’interno di un antichissimo bosco di querce, il tortuoso percorso anulare della Tebaide (completato da Bonaventura), che circoscrive la villa ed è scandito da statue di eremiti, attribuite allo scultore Giuseppe Mazzuoli, e da edicole con le tappe della vita di Cristo.
Lord Lambton, proprietario della villa dal 1977, ha restaurato l’edificio e creato di recente un giardino di piante erbacee perenni di gusto inglese.

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