La Reggia e l’annesso parco sono tra i complessi monumentali più grandi e famosi al mondo. Nel 1997, con San Leucio e l’Acquedotto Carolino, è stata inserita nella “World Heritage List” dell’UNESCO.

Il complesso monumentale ha origine a partire dal 1752 con la volontà di Carlo di Borbone di creare a Caserta “l’altra capitale”, capace di connettere la città al territorio e a Napoli attraverso parchi e giardini, rettifili chilometrici e canali navigabili. Il Parco, per quanto di grandi dimensioni, doveva essere assimilato a un giardino di palazzo squisitamente ornamentale, in inevitabile competizione con la magnificenza di Versailles. Luigi Vanvitelli fu l’ideatore di quella che, a ragione, viene considerata l’ultima grande utopia realizzata dalle dinastie reali europee. La morfologia del paesaggio preesistente guida i caratteri del progetto: la pianura agraria sulla quale si sviluppano il Parco e la lunga Via d’Acqua con sei fontane e una ricca statuaria; la collina solcata dalla fontana-cascata. Sulla sinistra del grande viale centrale si collocano la Peschiera Grande e l’edificio della Castelluccia; sulla destra in alto, in relazione dialettica con il Parco, è il Giardino Inglese. Voluto dalla regina Maria Carolina su consiglio di Sir William Hamilton, quest’ultimo fu realizzato dal giardiniere e botanico John Andrew Graefer, dal 1786 al 1798, con interventi di Carlo Vanvitelli per gli edifici. In linea con l’idea di giardino informale, propone un frammento di paesaggio naturale con raffinate architetture e opere idrauliche, dando vita a laghetti con statue (come la Venere di Tommaso Solari), a rovine artificiali come tempietti e il misterioso Criptoportico, a serre e grandi edifici come l’Aperia. Tra rilievi e piccole valli, a partire dall’oscuro corridoio del Criptoportico, si snoda un percorso esoterico voluto dalla regina, vicina alle logge massoniche mitteleuropee e napoletane.

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