Nel cuore della Val d’Orcia il borgo di San Quirico accoglie un suggestivo giardino cinto da mura appartenuto a Diomede Leoni che, fedele seguace di Michelangelo, ebbe un ruolo significativo nella cultura antiquaria della Roma del XVI secolo.

Un portale arcuato nella piazza centrale del paese dà accesso al giardino degli Horti Leonini, dal nome del suo creatore, Diomede Leoni (1514-1590 ca). Esperto di antichità, Diomede acquisì durante il suo cardinalato romano notevoli reperti per conto di principi e cardinali, fra i quali Ferdinando de’ Medici. Fu anche stimato compositore di iscrizioni ispirate a quelle della Roma antica ed esperto di agricoltura (amava firmarsi “l’Ortolano”). Grazie a una concessione di Ferdinando, potè utilizzare già nel 1565 parte dell’antica cinta medievale come area per la coltivazione di semplici, frutta e ortaggi. Dal 1667 gli Horti divennero proprietà del cardinale Flavio Chigi, nipote di Alessandro VII, che commissionò a Carlo Fontana un grandioso palazzo nel centro del paese. Ben poco rimane della forma originaria del giardino, descritto in un’iscrizione di Diomede, che in una veduta settecentesca appare formato da un viale centrale con i viali laterali che suddividevano le aiuole di coltivazione. La zona inferiore, un parterre di siepi di bosso a schema romboidale, è infatti databile fra il 1795 e il 1825. Maggiore corrispondenza con la veduta settecentesca è riscontrabile nell’area a sud coperta da un bosco di lecci, in origine una ragnaia per l’uccellagione. Una scalinata in asse con il viale centrale del giardino inferiore attraversa l’area boscata e dà accesso al ripiano del cassero, anch’esso delimitato da un bosco di lecci, con le rovine della Torre, demolita dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.

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