Cinto da alte mura, è il più importante parco “all’inglese” di Firenze con una complessa simbologia esoterica, una creazione straordinaria con dolci collinette artificiali e pregevoli alberi di alto fusto.

Il giardino è risistemato nel 1813 dal marchese Pietro Torrigiani su progetto di Luigi de Cambray Digny. Dall’ingresso di via dei Serragli con due enigmatiche sfingi si sviluppa una complessa simbologia legata all’appartenenza del committente e del progettista alla consorteria massonica. Varcata la soglia, una statua di Osiride reca fra le mani le tavole recanti i regolamenti di accesso al giardino. A destra una colonna ricorda l’opera del botanico Pietro Micheli. Il percorso si snodava poi tra sculture allegoriche, architetture ed elementi vegetali, episodi per la maggior parte andati perduti.
In fondo al monumentale viale di platani è l’elegante villa dalle forme neoclassiche, ai lati della quale sono due giardini formali con vasi in marmo e belle fioriture. Viali delimitati da siepi di alloro conducono a un boschetto di bambù e al Tempietto dell’Arcadia. Un ampio prato circolare costituisce la Cavallerizza (spazio destinato alla corsa dei cavalli), il nucleo più antico della proprietà arredato con panchine, vasi e statue.
Sul lato di via del Campuccio si trova il Ginnasio mentre sulla collinetta realizzata sfruttando i resti dei bastioni cinquecenteschi sono il gioco della balançoire cinese, l’uccelliera e la celebre torre, ispirata all’emblema araldico della famiglia, realizzata dall’architetto Gaetano Baccani (1821). Degne di nota sono le scuderie, la serra ottocentesca da poco restaurata e altre serre per la produzione di piante da interno. Sono inoltre presenti nel giardino monumentali alberi d’alto fusto, testimonianze dell’eccezionale importanza botanica del giardino nel corso dell’Ottocento.

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