Sulle morbide colline del Lago di Garda, il pianeta in un giardino: da Arthur Hruska ad André Heller, botanica e arte al servizio dell’utopia.

Animato da atmosfere oniriche, questo giardino situato a pochi passi dalla più celebre dimora di Gabriele D’Annunzio, deve le sue origini al medico austriaco Arthur Hruska (1880-1971). Viaggiatore, dentista, chirurgo, etnologo e saggista, Hruska lavorò a San Pietroburgo, alla corte dello zar Nicola II di Russia, prima di ritirarsi a Gardone Riviera, dove si appassionò alla botanica. Qui, a partire dal 1903, diede vita a un giardino di circa un ettaro e mezzo, attraversato da numerosi corsi d’acqua e diviso in varie aree tematiche. Con uno spirito enciclopedico e una profonda attenzione per le condizioni climatiche dell’area, Hruska portò sulle sponde del lago di Garda il fascino dei giardini giapponesi, affiancandolo a una ricca collezione di piante grasse, o ancora alle forme colorate e austere di uno Steingarten, il giardino roccioso alpino. Circa 3.000 specie botaniche si distribuiscono nelle diverse aree del complesso. Le felci, tra cui spicca l’Osmunda Regalis, si alternano a boschetti di bambù e alle fioriture delle primule del Tibet e degli iris che crescono all’ombra di una grande varietà di alberi e arbusti importati dall’Himalaya, dal Mato Grosso o ancora dell’Oceania. Dal 1988 il complesso è di proprietà dell’artista austriaco André Heller (n. 1947) che lo ha arricchito di numerose opere di artisti quali Mimmo Paladino, Keith Haring e Roy Lichtenstein, facendone un “centro di coscienza ecologica”.

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