Nella dolce campagna tra Cisternino e Locorotondo, è nata quasi per scommessa una delle più importanti collezioni di piante da frutto del Mediterraneo, che si snoda come un percorso botanico tra specie tradizionali e rare: dal pomelo all’Oliva bianca di Gerusalemme, dal gelso pachistano al giuggiolo.

Tappa obbligata per chi visita la Valle d’Itria sono “I giardini di Pomona”, un conservatorio botanico che abbina il mantenimento della biodiversità delle specie agrarie alla ricerca e alla divulgazione. Il giardino si sviluppa su circa dieci ettari; su quello che era un pascolo, nel corso degli ultimi venti anni sono state messe a dimora oltre 1.200 varietà di fruttiferi arborei, per lo più varietà antiche: peri, albicocchi, susini, fichi, melograni, mandorli, gelsi, cotogni, giuggioli, azzeruoli, sorbi, cornioli e agrumi, oltre a un gran numero di piante aromatiche e altre specie rare.
Questa “banca genetica vivente”, in cui sono coltivate poco meno di 700 cultivar di fico provenienti da diversi Paesi (una delle più importanti collezioni al mondo), è nata dalla passione di Paolo Belloni, milanese di origine, con l’intento di preservare e trasmettere alle generazioni future la preziosa eredità creata nel corso dei millenni da generazioni di agricoltori. I muretti a secco, i terrazzamenti, le cisterne preesistenti e gli immobili sono stati restaurati secondo i canoni della tradizione locale.
Il conservatorio si configura come masseria didattica, in cui vengono tenuti corsi sulle tecniche agronomiche e di trasformazione, workshop e convegni su discipline olistiche, mentre è possibile l’acquisto di prodotti agricoli di qualità trasformati in modo artigianale.

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