Unico esempio ancora esistente di villa veneta cinta da mura, unisce all’antichissimo impianto un arruffato bosco ottocentesco: cedri del Libano, magnolie e lagerstroemie fanno da sfondo a torri merlate, bossi, statue e piccoli obelischi.
Il castello sui cui resti sorge la villa fu donato nel X secolo da Ottone II ai conti di Collalto e poi distrutto nel XIV secolo da Cangrande della Scala. Tra il 1514 e il 1532 Girolamo Giustinian ne intraprese la ricostruzione con giardini e “broli”, le adiacenze con i mulini, le case dei contadini e i possedimenti agricoli. Passato alla famiglia Ciani Bassetti, nel 1930 fu avviato un restauro che ha recuperato la peculiarità di dimora rinascimentale chiusa entro una fortificazione medioevale. Si compone della casa padronale, ai cui lati sorgono due grandi “barchesse” con portici arcuati, e di un piccolo oratorio a sinistra della villa. Il giardino conserva la disposizione cinquecentesca: la corte d’ingresso è ripartita in due ampie aree prative simmetriche – ornate di esemplari di cedro del Libano e di magnolia – mediante un viale in asse con la loggia e col portale della cinta muraria, punteggiato di statue; ai lati del podio rialzato della facciata si dispongono due parterres con siepi a formare disegni geometrici, assetto replicato anche nel ripiano posteriore, sui lati delle testate delle “barchesse” e dell’oratorio. La tenuta è sede di un’ampia produzione vinicola articolata su centodieci ettari vitati.