Un balcone sul Canavese: la posizione del castello e le viste dai saloni e dalle terrazze del giardino sulla campagna circostante e la corona dei monti rendono unico il carattere del luogo, a cui si aggiunge il piacere di visitare una dimora storica intatta nelle decorazioni e negli arredi.
Il castello di Masino, dal 1988 proprietà del Fondo Ambiente Italiano e da questo recuperato e aperto al pubblico, è ornato da un ampio parco restaurato e integrato in anni recenti dal paesaggista Paolo Pejrone. Nel castello medievale della famiglia Valperga, trasformato in residenza tra Sei e Settecento, le antiche strutture dei bastioni sono state utilizzate per realizzare grandi terrazze che, grazie alla posizione eminente, costituiscono un eccezionale belvedere sull’incontaminato paesaggio circostante. Il grande parco, articolato in più zone, presenta oggi una veste prevalentemente ottocentesca “all’inglese”, ma in alcune aree è ancora visibile il giardino formale progettato all’inizio del Settecento dell’ingegnere Ludovico Andrea Guibert e da Henri Duparc, direttore dei giardini della corte sabauda proveniente da Saint Germain-en-Laye e artefice negli stessi anni dei giardini di Venaria Reale. A ponente è un lungo e maestoso viale di tigli, l’Allea grande, per l’accesso con le carrozze. A partire dal 2001 al termine di questo viale è stato ricostruito il grande labirinto attestato nelle mappe settecentesche e in seguito sostituito da un maneggio per i cavalli. Al confine di quest’area parte la cosiddetta “Strada dei ventidue giri”, realizzata tra 1840 e 1847 per connettere il castello all’abitato di Strambino, quasi cancellata dalla vegetazione ma integralmente recuperata grazie a un attento restauro. Adiacente al castello, a ridosso delle antiche mura tra la Torre Rotonda e la Torre dei Venti, si trova il Giardino dei cipressi, la parte che maggiormente mantiene l’originaria impostazione formale del parco. Nella zona di levante, infine, costituita da grandi spazi erbosi e da una fascia alberata, con percorsi sinuosi, si colloca invece il Giardino delle nuvole. Il parco è assai articolato dal punto di vista botanico e vede la presenza di roseti, cipressi plurisecolari, ibridi di cedri dell’Atlante, querce, corbezzoli. La ricca Biblioteca storica del castello, infine, conserva alcuni trattati sei-sette e ottocenteschi sulla progettazione e la manutenzione dei giardini.