Il sogno fantastico di un passato ideale, tra vigneti che degradano sul Po: un parco romantico s’arruffa intorno alle architetture medievaleggianti, punteggiato da giardini all’italiana ed un labirinto, in un revival tipico d’inizio Novecento.

L’edificio, già dei marchesi di Monferrato e giunto nel 1622 ai Durazzo e quindi ai Cattaneo Adorno Giustiniani, è centro di una importante produzione vinicola, testimoniata dai vigneti e dalle grandi cantine del castello. Il complesso, già trasformato in residenza nell’Ottocento, pur mantenendo le piccole torri circolari, viene “restaurato” – o meglio ricostruito e ingrandito- tra il 1908 e il 1935 per volontà dei marchesi Durazzo Pallavicini, diventando un monumentale castello, su progetto dell’architetto parmense Lamberto Cusani. Modello riconoscibile dell’operazione è il complesso di castello e borgo medievale realizzato a Torino per l’Esposizione Nazionale del 1884 da Alfredo d’Andrade, consulente dei marchesi. Il risultato è una ricca costruzione eclettica neomedievale, come quella realizzata da Vittorio Tornielli per l’industriale Riccardo Gualino a Cereseto nel 1909-13, che ancor oggi racchiude decorazioni e arredi originali eseguiti per l’occasione. I promotori di questo “sogno” neogotico, Matilde e Giacomo Durazzo, sono ritratti in abiti medievali nella cappella del castello. Appartiene a questa ricostruzione anche il grande labirinto rettangolare, collocato nel cuore del parco “all’inglese” del complesso, in una zona dove la naturalità dell’impianto paesaggistico lascia spazio ai caratteri del giardino italiano, in una composizione eclettica tipica del periodo. Gli ambienti del castello, ornati da bifore e aperture ogivali, racchiudono in una cornice medievale, suggestiva benché recente, il panorama circostante.

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