L’armonia compositiva di giardino e parco nel compendio di una villa veneta abitata da valenti musicisti arricchisce uno dei borghi medioevali più suggestivi del Friuli occidentale. Vi sono protagoniste le rose, autentico fil rouge nella secolare passione botanica delle padrone di casa.

Nella dimora già degli Attimis e poi dei Freschi ubicata all’interno nella cortina di Cordovado, il conte Carlo Sigismondo Freschi, violinista e studioso di alchimia, matematica e botanica, nonché fratello del più noto Gherardo, agronomo e promotore del rinnovamento economico della terra friulana (che risiedeva nella non lontana Ramuscello), avviò nella prima metà dell’Ottocento la trasformazione del giardino e la realizzazione – con l’abbattimento delle antiche mura di recinzione – di un ampio parco aperto verso la campagna. Tale passione contagiò la nuora Carlotta, appassionata di rose al punto da coltivarne in gran quantità, sì da costituire fonte d’ispirazione per le composizioni musicali del marito Antonio.
L’area verde si compone della corte d’onore, che fungeva da cavallerizza, corredata dalle aiuole attigue, ove prevalgono i roseti, mentre il parco, che si apre sul retro della dimora ed è sviluppato su livelli lievemente differenziati, rispecchia il progetto ottocentesco, volto a movimentare e ad ampliare la percezione della superficie disponibile, tra monticelli, vialetti e ruscelli.
Il sito –  che con i suoi vari ambiti pittoreschi abitati dai vari discendenti rievoca la tipologia di un piccolo borgo inserito nel comprensorio più ampio del centro fortificato – ha preservato l’armonia originaria grazie alle cure riservategli attualmente da una discendente dei Freschi, Benedetta Piccolomini, paesaggista e botanica sensibile e competente.

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