L’ultimo regalo di un re alla sua sposa: Castel Savoia, con il suo aspetto turrito, è circondato da un’estesa area di parco all’interno della quale si colloca anche un grazioso giardino alpino.

Di piccola estensione, solo 1.000 metri quadrati, a 1.350 metri di quota, il giardino alpino svolge una funzione prevalentemente decorativa all’interno della vasta estensione del parco della Villa Savoia, ma offre una gradevolissima selezione di flora alpina e in generale delle aree di montagna.
Fondato nel 1990 e di proprietà comunale, si differenzia dagli altri giardini alpini della regione in quanto mescola piante autoctone (di cui alcune che giungono dal massiccio del Monte Rosa, mèta di escursioni sin dalla fondazione della residenza reale), esotiche, ibridi e cultivar, selezionati anche per la loro funzione ornamentale.
L’elemento di maggiore fascino è rappresentato dal rapporto visivo e funzionale con il cosiddetto Castel Savoia, la villa in località Belvedere progettata dall’architetto Emilio Stramucci in stile eclettico, oggi di proprietà regionale, fatta realizzare a partire dal 1899, per i soggiorni a Gressoney della regina Margherita, che in precedenza alloggiava presso la residenza del barone Beck-Peccoz.
Il rivestimento esterno della villa, in pietre locali delle cave di Chiappey, Gaby e Vert, si armonizza con il contesto e offre il supporto naturale, nella parte basamentale, per alcune specie di licheni e di piccoli rampicanti appartenenti alla flora della vallata, in una perfetta sintesi tra architettura e natura.

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