I colli tuscolani e tiburtini, a poca distanza da Roma, offrivano le condizioni ideali per villeggiare senza trascurare gli interessi politici ed economici: otium cum negotio, sin dai tempi dell’impero. Il clima era fresco e ventilato, per cui già dal XVI secolo alcuni insediamenti popolano l’anfiteatro dei colli tuscolani. Un salto di scala si ha agli inizi del Seicento, quando il cardinale Pietro Aldobrandini, nipote del papa regnante, realizza un’imponente residenza visibile fin da Roma (con vasto parco, giardini e una maestosa scala d’acqua) che occupa una posizione centrale e privilegiata dominando la cittadina di Frascati. A questa presenza fece seguito quella del cardinale Scipione Borghese, anch’egli nipote di pontefice, che organizzò un vero e proprio “stato borghesiano” articolato su tre residenze fra loro connesse: Villa Mondragone per ospitare il papa, Villa Taverna per il cardinale e Villa Vecchia per la servitù; nel periodo estivo tutta la curia vi si trasferiva.
Seguirono altre ville di nobili e curiali che, pur senza arrivare a quei vertici di fasto, contribuirono a creare uno scenografico “sistema” di residenze in villa, tanto che a fine Seicento se ne contavano ben dodici. Non ebbero uguale fortuna i colli tiburtini, benché ricchi di memorie di grandiose dimore quali quella dell’imperatore Adriano. Oltre al celebrato esempio di Villa d’Este, nell’area sorsero soprattutto casali rustici o parchi, ma non articolati complessi che sapessero unire in armonia architetturee giardini.