La dimora di un imprenditore tedesco innamorato dell’Italia. Amico di Manzoni e Cattaneo, legato a Goethe e Schiller, fece di questa sobria ed elegante tenuta un luogo dedicato alla memoria del figlio Giulio: un parco romantico affacciato sul lago di Como, con un campionario quanto mai eclettico di grandi alberature, spalliere di rose e serre ricolme di orchidee rare.

Sede del Centro Italo-Tedesco e proprietà della Repubblica Federale di Germania dal 1983, questa villa adagiata sui pendii del Lago di Como fu acquistata dal conte Enrico Mylius (1769-1854) nel 1829. Il noto commerciante d’origine tedesca ne fece la sua dimora estiva, punto d’incontro di amici, artisti, imprenditori e politici. Allo stesso tempo, la villa divenne il cuore di un’azienda agricola dedicata alla produzione di olio, vino, frutta e gelsi, che si estendeva verso monte, tra boschi e pascoli punteggiati da rustici e fienili. Inizialmente concepito come spazio di delizie e diletti, il progetto del parco subì una radicale revisione nel 1830. La morte prematura dell’unico erede della famiglia spinse il conte verso la creazione di un luogo dedicato alla cura dello spirito e alla memoria. Nel 1831, in ricordo del giovane Giulio, venne eretto un tempietto in stile neoclassico. Negli otto ettari che lo circondano, lungo un dislivello di circa 100 metri, il parco “all’inglese” offre al complesso una cornice naturalistica di rara bellezza. I suoi sentieri, animati da statue, fontane ed epigrafi, si snodano tra boschetti d’alberi secolari e piante esotiche e connettono i diversi edifici, quali la Casetta Svizzera, il cottage della Ca’ Bianca, le serre con collezioni di fiori e la Darsena (all’ingresso di Menaggio). Tra il 1855 e il 1865 l’architetto Giuseppe Balzaretti intervenne sul parco, concependo nuovi scorci prospettici d’ispirazione romantica e progettando le particolari scuderie in stile eclettico. Alla morte di Enrico Mylius la tenuta fu ereditata dal figlio di sua nuora, Giuseppe Vigoni e da lui passò all’unico figlio, Ignazio Vigoni che lasciò la proprietà alla Repubblica Federale Tedesca.

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