Nel giardino e nel vicino parco per la caccia il silenzio è l’elemento dominante. Gli unici suoni sono il vento, l’acqua, il canto degli uccelli. L’assenza di rumori si fa musica fondendosi con lo spazio del giardino e dei grandi prati terrazzati che sfumano nel paesaggio circostante.

Una preesistente tenuta agricola con un castello è trasformata in età rinascimentale in una residenza con giardini. All’architetto Baldassarre Peruzzi (1481-1537) sono attribuiti in particolare la piccola elegante cappella circolare e il giardino terrazzato a valle, scandito da vasi in travertino e conche di agrumi. Il castello medievale, con le trasformazioni rinascimentali, viene inserito in una logica prospettica e simmetrica: con una nuova ala si crea un cortile interno chiuso da un muro con tre eleganti portali aperti sul paesaggio circostante.
Dal viale di accesso, fiancheggiato da edifici di carattere rurale, si perviene davanti al castello. Una gradonata a raggiera, in cotto e travertino, conduce al cortile. Si scende poi nel giardino murato rinascimentale ornato di belle sedute, con fontane ricavate nel muro, arricchito di aiuole in bosso (con lo stemma Aldobrandini composto da stelle e rastrelli) che si conclude con una vasca semicircolare delimitata da una balaustra. Ai lati del giardino sono due edifici: a sinistra la limonaia, ingentilita dalla fioritura delle rose banksiane ‘Alba Plena’. Ad est del castello si sviluppa un secondo elaborato giardino di età barocca: un lungo viale fiancheggiato da siepi di cipresso topiate conduce ad una peschiera, decorata con divinità fluviali, animali marini e urne in travertino. Da qui si accede al grandioso “selvatico”.

In evidenza