La villa con le sue celebri collezioni, incastonate tra il Casino Nobile e, dalla parte opposta del giardino “all’italiana”, l’emiciclo del “Kaffeehaus”, si sviluppa in una comprensione corale di ambienti, paesaggi e opere d’arte che qui vivono in armoniosa relazione.

Il vasto complesso architettonico è stato realizzato a metà del XVIII secolo dall’architetto Carlo Marchionni (1702-1786) su una distesa di campagna coltivata a vite, livellata seguendo i rifornimenti idrici, tramite pendii e terrazzamenti. Tra le più alte espressioni di quel gusto antiquario per cui Roma divenne la mèta privilegiata del “Grand Tour”, il progetto nacque per accogliere la prestigiosa raccolta di antichità del cardinale Alessandro Albani (1692-1779) dal fecondo dialogo fra Giovan Battista Piranesi, il grande incisore e cartografo Giovan Battista Nolli per la progettazione del giardino, e il “padre” della storia dell’arte antica, Johann Joachim Winckelmann, bibliotecario e confidente del cardinale per l’allestimento della collezione. Ne è derivata una narrazione ispirata a temi antichi, studiata attraverso “percorsi emozionali” per educare il visitatore, il cui sguardo spazia dai Monti Sabini ai Colli Albani. Il parco si struttura lungo due assi prospettici principali. Dal bosco di alberi ad alto fusto e antichi pini domestici, lungo otto viali di lecci si giunge all’ampio e geometricamente ordinato parterre disegnato con basse siepi di bosso.
Villa Albani Torlonia, sogno di classicismo e bellezza del cardinale Albani, è stata preservata intatta e trasmessa al futuro dalla passione per il collezionismo di diverse generazioni della famiglia Torlonia che acquista la villa nel 1866, arricchendo la collezione e il giardino, restaurando la più importante dimora cardinalizia del Settecento.

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