Trionfo del barocco, meta vagheggiata del Grand Tour, è una concitata sequenza di preziosi scenari minerali e vegetali a picco sulle acque del lago, una vera wunderkammer giardiniera ricchissima di suggestioni ed insegnamenti.

Alla fine del XV secolo Francesco Colonna immagina una magnifica isola-giardino nella sua opera di finzione letteraria, l’Hypnerotomachia Poliphili, pubblicata a Venezia. Quasi un secolo e mezzo dopo l’Isola Bella traduce in realtà questa suggestione, pur non seguendo la perfetta forma circolare immaginata nel testo. Con il giardino di finzione condivide la volontà di piegare la natura alle forme dell’architettura, e in questo senso l’isola del Lago Maggiore incarna l’essenza del giardino italiano rinascimentale e barocco. È Carlo III Borromeo che avvia i lavori nel 1630, iniziando a trasformare un isolotto di pescatori, dal terreno ingrato, e dandogli il nome di Isola Isabella in onore della consorte. Elemento fondamentale di un’immagine complessiva che nelle vedute verrà avvicinata anche all’idea del vascello è il sistema di dieci terrazzamenti che risolve la parte rocciosa elevata della composizione. Una piramide a gradoni che, richiamando anche l’idea degli antichi giardini pensili, accoglie spalliere di agrumi – dalla crescita veloce e dalle splendide fioriture – che, grazie al microclima del lago, possono crescere in terra e non in vasi da riporre in serra d’inverno. I lavori tra il 1650 e il 1690 vengono promossi da Vitaliano VI, portando il complesso alle forme attuali, che vedono il grande palazzo in dialogo con il piccolo borgo dei pescatori. I terrazzamenti e le quinte architettoniche sono ricche di sculture che celebrano la casata e la figura di Vitaliano VI e costituivano la scena di feste, musiche e rappresentazioni teatrali. Nel corso dei secoli l’apparato vegetale, ricco di tassi e bossi, potati con attenzione dai giardinieri, si è arricchito di monumentali esemplari esotici e rarità botaniche, presenti anche nelle serre ottocentesche.

In evidenza