Sede del potere in ogni regime, è stata residenza papale, poi dei re sabaudi e lo è oggi del Presidente della Repubblica. Scrigno di giardini curati, di fontane spettacolari, nei suoi viali passeggiano molti potenti del mondo.

Il colle, fin dal Quattrocento, era amato dai colti umanisti che utilizzavano i piccoli giardini per i loro conviti letterari. Situato nel centro della città e per via dell’aria salubre dovuta alla sua posizione, dagli inizi Cinquecento fu scelto prima come residenza di delizie da potenti cardinali, tra i quali Ippolito d’Este (il futuro artefice della Villa di Tivoli) per poi divenire sede estiva dei pontefici. Il complesso, con i suoi torrioni e gli alti muri, racchiude un giardino tra i più celebrati dell’epoca, ripartito in settori che offrivano affacci diversi sulla città, mentre lungo i viali articolate strutture lignee formavano gallerie e cupole vegetali per consentire di passeggiare nella frescura. I giardini formali erano organizzati in aiuole fiorite – nel Seicento con molte bulbose di pregio – e con un ricco arredo di sculture antiche, conservate solo in parte. Non mancava il boschetto con molte varietà di alberi e con una fontana di roccaglie e un pavimento a mosaico con giuochi d’acqua. I muri di cinta erano rivestiti da spalliere di agrumi e melograni. Ogni pontefice vi ha impresso il proprio gusto, con l’apporto di celebri architetti e scultori, dando vita ad un complesso stratificato ma sempre basato sull’impianto cinquecentesco, anche se molte fontane citate dalle fonti sono oggi scomparse. Solo a fine Ottocento, con l’arrivo dei Savoia, le simmetrie dei percorsi e delle aiuole sono state sostituite da un assetto più libero e articolato, seguendo il gusto pittoresco che, seppur in ritardo, si era affermato anche in Italia.

In evidenza