In un paesaggio magico e forte si inserisce la prima e più significativa collezione di arte contemporanea italiana in dialogo con gli spazi della natura. Dagli anni Ottanta del Novecento continua ad accogliere nuove opere spesso ideate in loco. 

 

Un’imponente costruzione barocca è circondata dallo scenografico giardino coevo, composto da un giardino di fiori e da un frutteto. Attorno si estende il grande parco ottocentesco di 25 ettari che arriva fino alle pendici della collina retrostante. Il luogo è magnifico e Giovanni Gambini, incaricato dal proprietario Damiano Caselli, attorno alla metà dell’Ottocento ha arredato il parco con una voliera, una palazzina del tè, un lago e un orrido con cascata. La nascita del parco contemporaneo si deve a Giuliano Gori, attuale proprietario che, con la moglie Pina, tra il 1950 e il 1970 ha avviato una splendida e raffinata collezione di arte contemporanea nella residenza di Prato. Negli anni Settanta prende corpo l’ambizioso progetto di un museo all’aperto e nel 1982 la Fattoria di Celle è aperta al pubblico con le prime diciotto opere di artisti che desiderano esporre all’aperto piuttosto che negli spazi ristretti di musei e gallerie. Le opere ricordano le fabriques dei parchi settecenteschi. Con gli anni la collezione si accresce a dismisura occupando sia il parco che gli edifici: la Villa, la Cascina Terrarossa, Casapeppe e la Fattoria. Si crea così un interessante giuoco di rimandi tra gli spazi interni e quelli aperti del parco. Le opere non sono solo “poggiate” nel verde, ma vi si inseriscono e lo trasformano. Emblematico è il caso dello “Spazio Teatro Celle”, dove, tra il lago e la palazzina del tè, sfruttando la morfologia concava del luogo, la scultrice americana Beverly Pepper ha realizzato un teatro all’aperto dedicato a Pietro Porcinai, grande amico di Gori e coinvolto nel progetto. La collezione conta oggi più di ottanta opere dei maggiori artisti presenti sulla scena internazionale. 

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