Un elemento che connota ancor oggi il panorama dei giardini in Piemonte è il sistema delle Residenze Sabaude e dei giardini che le circondano, concepito e fondato nel 1563 dal duca Emanuele Filiberto quando Torino diviene capitale dello Stato. Immediata è la realizzazione di un sistema fondiario di terreni e aree di caccia a corona della città. L’anello, denominato nel Seicento “Corona di delizie”, si completa nel secolo successivo, divenendo uno dei più vasti e precoci sistemi di residenze di corte in Europa.

Dal 1997 rientra nella lista UNESCO come patrimonio dell’umanità. I giardini vedono nel corso del tempo l’avvicendarsi di progetti e cantieri legati alle diverse declinazioni del gusto che, in genere, sostituiscono radicalmente le preesistenze. A una prima fase orientata verso i modelli centro-italiani segue l’affermarsi di giardinieri francesi nel trattamento dei parterre, per poi giungere tra secondo Seicento e pieno Settecento all’acquisizione piena e consapevole dei modelli d’oltralpe grazie alla realizzazione di progetti inviati da André le Nôtre o prodotti dal direttore dei Reali Giardini, il parigino Michel Benard.

La facies attuale dei giardini (al di là di poche permanenze formali o del giardino “contemporaneo” di Venaria Reale) è però di fatto legata alla fase paesaggistica, in cui emergono giardinieri come Xavier Kurten e i fratelli Roda: grandi complessi come i parchi di Racconigi e di Agliè costituiscono ancora oggi un punto di forza nel contesto regionale.

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