Un parco simbolo del “vivere inimitabile” di un poeta amato e controverso, sovraccarico di allegorie e simboli autocelebrativi: ancor più che le piante, protagonisti indiscussi sono statue, cimeli, percorsi e architetture dai nomi eccentrici ed evocativi.

Nel 1921, dopo gli anni dell’Impresa di Fiume – tentativo fallito di annettere l’attuale città di Rijeka al Regno d’Italia – Gabriele D’Annunzio si ritirò a Gardone Riviera, dove visse fino alla morte, nel 1938. Qui acquistò la villa del critico tedesco Henry Thode, trasformandola nel luogo-simbolo delle proprie gesta e dei propri ideali. Intorno alla dimora del poeta, la Prioria, un parco profondamente suggestivo si estende su nove ettari. Situato in una straordinaria posizione panoramica, sul pendio che si tuffa nel Lago di Garda attraverso la Valletta dell’Acqua Pazza, il complesso includeva la Torre San Marco e la sua darsena. Olivi, allori, lecci, cipressi, oleandri e altre specie locali circondano una serie di ambienti tematici, concepiti da D’Annunzio in stretta collaborazione con l’architetto Giancarlo Maroni. Vero e proprio parco-museo, il giardino del Vittoriale degli Italiani culmina nel Mausoleo dove è sepolto il poeta. Più a valle si trovano il Teatro all’aperto (ancora utilizzato durante la stagione estiva), l’Esedra con il Tempietto, la Piazzetta Dalmata da cui si accede all’abitazione del poeta (la Prioria), il Museo D’Annunziano, la Nave Puglia, il Fontanone del Delfino, la rimessa del MAS 96. I Giardini della Prioria rappresentano il cuore simbolico del parco: impreziositi da ricchi arredi e riferimenti ai giardini classici e caratterizzati da una eccezionale simbiosi con il patrimonio botanico, si sviluppano tra i massi delle battaglie, il frutteto, il roseto, la limonaia e l’Arengo. In questo ultimo spazio, dove 27 colonne sormontate da un proiettile d’artiglieria celebrano le vittorie della Grande Guerra, D’Annunzio si riuniva con i veterani di Fiume, per cerimonie commemorative nelle sere d’estate.

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