Un giardino eclettico tra le colline della Franciacorta, in cui le ricercatezze di un parterre alla francese convivono armoniosamente con un parco romantico d’inizio secolo. Villa Togni Averoldi è un luogo d’intensa cultura giardiniera e non solo: a inizio Novecento vi abitò il compositore Camillo Togni e oggi è la sede della Fondazione Domani l’Aurora, impegnata nella riscoperta e promozione della musica barocca.
Nella seconda metà del Cinquecento Giulio Averoldi decise di trasformare una modesta casa colonica medioevale in una dimora celebrativa del proprio casato. La scelse per il forte valore simbolico: lì nel 1426 un suo antenato, insieme ad altri nobili di parte guelfa, aveva ordito la Congiura di Gussago contro i Visconti, consegnando il territorio bresciano ai veneziani. Nel 1656 il figlio Giovanni Battista commissionò a Ottavio Amigoni e Pompeo Ghitti gli affreschi rievocativi della congiura che ancora ornano gli interni della villa. Le prime notizie del giardino si devono però al figlio di Giovanni Battista, Giulio Antonio, uomo dedito alle arti, attento amministratore delle terre (campi di cereali, uliveti, frutteti e roccoli che circondavano la proprietà e in minima parte la circondano ancora: un frutteto parallelo al parterre, un uliveto al di là dell’ingresso) e appassionato di botanica. Fu lui a rinnovare nei primi anni del Settecento l’antico giardino, creando il sofisticato parterre che ammiriamo ancora oggi. Nelle lettere a Ludovico Muratori raccontava del suo “giardinetto di agrumi”, protetti d’inverno e minacciati dai topi, o dei gelsomini e lo pregava, in occasione di una visita alle Isole Borromee, di recargli qualche prezioso bulbo. Dalla risposta si suppone che arrivarono a Gussago tulipani, giunchiglie di Spagna e giacinti semplici. L’interesse per le piante continuò nelle generazioni successive e nel tardo Settecento la facciata a occidente della villa fu decorata con inusuali trionfi composti da attrezzi giardinieri, ancora visibili oggi. Le trasformazioni proseguirono quando nel 1906 gli Averoldi, dopo più di tre secoli, cedettero la proprietà all’imprenditore Giulio Togni. Non solo fu aggiornato lo storico parterre, ma disegnato un parco all’inglese con viali sinuosi, prati baulati, grandi alberi (faggi, ginkgo, querce, magnolie e altri) e statue e chiuso da un aulico portale progettato da Egidio Dabbeni. La corte d’ingresso, che funge da filtro tra edificio e parco, è caratterizzata da un portico rivestito di oleandri e conche di agrumi. Queste parti diverse per epoca e stile sono unificate dalle atmosfere gardenesque d’inizio secolo: il giardino francese ospita elaborate composizioni di annuali, canne indiche, rose, vasi e bossi cresciuti all’interno di “collarini” in ferro; i sempreverdi topiati, il roseto a forma di ellisse e i bordi di bergenie e altre perenni arricchiscono il parco, assicurando continuità all’insieme