Labirinto della Masone

11 - 12 October 2025
Labirinto della Masone
Under the Bamboo Tree 2025
Nel giardino delle impronte

Esistono luoghi che lasciano segni invisibili, e altri in cui le tracce si rivelano come su una mappa incantata.
Sabato 11 e domenica 12 ottobre, il Labirinto della Masone invita i suoi visitatori a smarrirsi tra sentieri segreti, inseguendo le trame che la natura rivela.

Il Parco della Fondazione, cuore silenzioso della tenuta di campagna dove Franco Maria Ricci amava passeggiare con Jorge Luis Borges, apre eccezionalmente al pubblico per svelare il suo intreccio di radici e ricordi.

Qui, dove germogliò il sogno del Labirinto, grandi e piccini potranno prendere parte ad uno speciale laboratorio di cianotipia: un’antica tecnica fotografica che affida al sole il compito di imprimere su un supporto i profili di ciò che vi si appoggia sopra, creando impronte evanescenti in un fondo blu profondo e poetico.

Dopo essersi addentrati nel labirinto, i visitatori troveranno una deviazione: una galleria di bambù li condurrà al di là del dedalo, verso il Parco che custodisce la casa editrice di Franco Maria Ricci.
Qui i primi bambù piantati dal fondatore convivono con la vegetazione locale e si specchiano in un laghetto silenzioso, scenario inatteso per un’esplorazione botanica sorprendente.

Ad accompagnare la scoperta, una mappa speciale ideata nello stile della cianotipia: un vero e proprio quaderno di viaggio arricchito da curiosità e note storiche su questa tecnica fotografica, con la quale gli ospiti saranno invitati a cimentarsi.

La mappa condurrà fino agli spazi del laboratorio a cura di Stampe Selvatiche: qui i partecipanti potranno sperimentare la cianotipia in prima persona. Fiori, foglie, ma anche merletti, piccoli oggetti o persino le proprie mani diventeranno matrici da imprimere sulla carta, trasformandosi in “impronte botaniche” da portare con sé come ricordo unico di questo giardino nascosto.

Stampe Selvatiche 

Stampe Selvatiche è un progetto nato a gennaio 2025 che intreccia arte e moda in un unico linguaggio. Attraverso la cianotipia, abiti usati o realizzati con stoffe di recupero diventano narrazioni tessili che vestono d’eleganza e immaginazione chi le indossa, catturando le forme e i dettagli dell’ambiente naturale che ci circonda.

Il lavoro unisce la conoscenza dei tessuti e delle tecniche di stampa ad una visione estetica che fa della moda un mezzo espressivo e un veicolo di cambiamento. Ogni abito diventa così un’opera da indossare, in cui creatività, identità e natura si incontrano.

Il progetto è ideato da Beatrice Diazzi, artista visiva e modellista d’abbigliamento, formatasi all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano e allo IUAV di Venezia. La ricerca si è sviluppata anche nel corso di residenze, fra cui una annuale presso la Green House a Berlino.