Situato a nord della collina di Fiesole, il Bosco di Fontelucente è un susseguirsi di “parterres”, elementi decorativi e percorsi pittoreschi, che formano un repertorio di quello che nel Novecento è stato considerato il giardino “all’Italiana”.

Dopo il 1936, Paolo, uno dei figli dell’industriale piemontese Angelo Peyron, realizza alla base della villa neomedievale ereditata dal padre, su uno sperone compreso fra due valli coltivate a olivi, un insieme di giardini formali e un parco di gusto romantico. Avendo il giardino subìto notevoli danni nel corso della Seconda Guerra Mondiale, egli volle restaurarlo introducendo un ragguardevole numero di statue in pietra di Vicenza di produzione seriale del XX secolo, oltre a ben 29 fontane alimentate a caduta da una sorgente a monte e a innumerevoli repliche di urne, putti, colonne, obelischi, canestre di cemento e arredi d’ogni genere. A mezzogiorno della villa si apre il terrazzamento superiore suddiviso in quattro parterres delimitati da doppie siepi di bosso, dal quale si scende a un altro parterre fino ad arrivare a una peschiera. A est un altro giardino formale inquadra una cappella neomedievale, mentre una monumentale scalinata conduce al “Piano della Musica” che si affaccia su un lago ricavato al margine di un’area agricola. Quinte di cipressi frammisti a cedri incorniciano tutti i giardini composti da parterres di bosso, secondo lo stereotipo del giardino “all’italiana” diffuso dalla fine dell’Ottocento. Nel 1998 Paolo Peyron ha donato la villa alla Fondazione sostenuta dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.

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