Il biellese rappresenta una porzione di territorio piemontese favorita da una natura particolarmente generosa e condizioni pedoclimatiche propizie. I suoi giardini costituiscono una delle più importanti testimonianze; caratteristico è il felice rapporto con il paesaggio, quasi sempre connotato dalla vicinanza delle montagne. In tale contesto, le soluzioni espressive e il dialogo fra le componenti botaniche consentono di assegnare a una parte del giardino biellese quella categoria che gli inglesi definiscono woodland garden, ovvero una composizione, tra bosco e parco, che rappresenta un preciso modo di considerare la natura e gli artifici in cui la si può forzare nell’ambito del giardino. Un ulteriore carattere distintivo risiede nella capacità di addomesticare il bosco e di integrarlo con specie non appartenenti alla flora locale.
Le imprese di Giovanni Francesco Piacenza sui versanti del colle Burcina e della famiglia Zegna a Trivero sono esemplari di un modo di agire sul paesaggio, trasformando boschi in parchi dalle composizioni complesse. Pini, abeti, cipressi, cedri, libocedri, esemplari di Chamaecyparis e Thuya si mescolano ai più domestici faggi, castagni e querce. Non mancano i giardini urbani, contenuti entro le mura dei palazzi nobiliari dei centri storici come la dimora della famiglia La Marmora, nel centro di Biella, il cui giardino rappresenta un complesso palinsesto di sovrascritture tra XVII e XIX secolo.