Le originarie caratteristiche ambientali e botaniche del lago Maggiore e del lago d’Orta sono state profondamente modificate con la costruzione di ville e giardini che, intorno alla metà dell’Ottocento, in pochi decenni ne hanno completamente trasformato le sponde. È stata in particolare la riva piemontese del lago Maggiore a essere interessata dallo sviluppo di un’edilizia residenziale costituita da oltre trecento ville realizzate negli stili più vari.

I nuovi edifici sono circondati da giardini lussureggianti dalla ricca componente botanica in stretta relazione con le variegate forme delle architetture. La loro presenza sulle rive ha legato gli antichi nuclei urbani e ha trasformato le sponde in una sorta di unico grande giardino lineare. Sulle sponde del golfo Borromeo, a partire dalla seconda metà del XIX secolo, nascono gli insediamenti più numerosi e significativi che annoverano ville di nobili, imprenditori e politici anche stranieri, spesso arricchiti dall’opera di artisti, pittori e musicisti che nel periodo della Belle Époque sceglieranno il clima e il paesaggio lacustre come propria residenza di villeggiatura. Alcuni parchi, in virtù delle particolari condizioni climatiche, si sviluppano sulla base di un interesse e una passione che li porta a diventare nel Novecento giardini botanici di rilievo internazionale; è il caso di Villa Motta sul Lago d’Orta, il cui giardino è stato riconosciuto nel 2020 dalla International Camellia Society come “International Camellia Garden of Excellence”.

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